Il Grande Mazinger è una serie televisiva anime mecha creata dall’autore giapponese Gō Nagai. La serie, composta di 56 episodi, si inserisce nello stesso universo narrativo al quale appartengono anche UFO Robot Goldrake e Mazinga Z. Contemporaneamente all’anime fu sviluppato anche il manga, che Nagai affidò, come era accaduto per Mazinga Z, al suo collega Gosaku Ota. Il lavoro di Ota sviluppa meglio il carattere di alcuni personaggi e si rende parzialmente autonomo dalle vicende dell’anime; in Italia è stato pubblicato per la prima volta dalla casa editrice Fabbri Editori, successivamente, negli anni ’90 il manga viene nuovamente pubblicato dalla casa editrice, Granata Press ed è attualmente ristampato da d/visual. Nel mese di luglio del 2014 è stato ulteriormente ristampato dalla J-Pop, disponibile anche con una cover variant.{googleads right}
La serie ha praticamente inizio da dove terminava quella di Mazinga Z che si concludeva con una puntata dove il Grande Mazinger veniva in aiuto di quest’ultimo. Esiste inoltre un lungometraggio che fa da ponte tra le due serie (Mazinga Z contro il Generale Nero). La Terra è sotto la minaccia dei Mikenes, ovvero l’antico popolo greco dei Micenei, che un cataclisma aveva costretto a rifugiarsi per millenni nelle viscere del pianeta, affidando la loro sopravvivenza a un sole artificiale. Per questo motivo i loro corpi diventano deboli e malati ed essi devono trasformarsi in cyborg per sopravvivere. In età recente, un gruppo di ufficiali guidati dal perfido Generale Nero, che hanno convertito i propri corpi in quelli di giganteschi automi, si impadronisce con la forza del regno e ne trasforma la popolazione, parte in soldati robot (tra questi anche il loro monarca, principe Kerubinus, che viene imprigionato) e parte in mostri da combattimento, con l’evidente scopo di iniziare una guerra di conquista. A capo dei Mikenes – anche se non prende mai parte ai combattimenti – è un colossale essere fiammeggiante noto come il malvagio Supremo Imperatore delle Tenebre, la cui natura non è specificata né nella serie animata né nel manga, lasciando così incerto il suo destino alla conclusione della vicenda (in una versione del manga di Ufo Robot Goldrake viene spiegato che egli è in realtà un cervello contenuto in una teca di vetro da cui comanda il sistema che genera l’immagine infuocata, la cui tecnologia viene addirittura imitata dai Vegani nella persona di Gandal con effetti comici: in seguito Koji Kabuto si lascia sfuggire di mano la teca, nemmeno lui sa se volontariamente o meno, uccidendolo). È certo la sua influenza a risvegliare i Mikenes da un lungo sonno e a spingerli all’azione, anche se essi sanno (come afferma lo stesso Generale Nero) che solo in questo modo potranno finalmente lasciare il sottosuolo e avere un luogo migliore e più luminoso dove vivere. Riappaiono il Granduca Gorgon (che morirà nel ventiduesimo episodio del Grande Mazinger) e il Dr.Hell (che nel doppiaggio italiano della prima serie aveva il nome Dottor Inferno ed era stato creduto morto dopo l’ultima battaglia contro Mazinga Z). Nel doppiaggio italiano Dr. Hell, diventato Grande Maresciallo del Demonio, ringrazia l’Imperatore delle Tenebre per avergli salvato la vita: tuttavia questo personaggio ha ora un occhio bendato e se ne vede solo il busto inserito in un mostro meccanico a lui somigliante da cui non si separa mai (nemmeno per dormire, come si nota nell’episodio in cui sogna la crocifissione del Grande Mazinga) perché ormai anche lui è diventato un cyborg. Il Grande Mazinger è stato fatto costruire segretamente da Kenzo Kabuto, figlio di Juzo Kabuto (creatore di Mazinga Z) e padre di Shiro e Koji Kabuto (pilota di Mazinga Z), che affronta con inusitata energia i mostri Mikenes e riesce ad abbatterli. Il Grande Mazinger riprende ed evolve la tecnologia di Mazinga Z: corazzato con una nuova superlega (chiamata Nuova Zeta o NZ) e meglio armato: può ad esempio lanciare potentissime scariche elettriche e scagliare un boomerang che porta sul petto. Possiede inoltre la capacità di volare da solo grazie a due ali retrattili che porta sulla schiena, mentre Mazinga Z doveva attendere l’invio del Jet Scrander, uno speciale modulo al quale agganciarsi. La nuova base di difesa terrestre viene stabilita nella Fortezza delle Scienze (o della Scienza), un complesso sulle rive giapponesi dell’oceano Pacifico che può anche immergersi e volare con la parte superiore. A dirigerla è Kenzo Kabuto, figlio di Juzo (l’anziano costruttore di Mazinga Z), nonché padre di Koji Kabuto (il pilota di Mazinga Z, in Italia ribattezzato Ryo nella serie Mazinga Z e in seguito Alcor in Ufo Robot Grendizer) e del piccolo Shiro. Creduto morto a seguito di un incidente durante un esperimento, Kabuto è in realtà sopravvissuto grazie all’adozione di un corpo meccanico costruito da suo padre. In un episodio è fatto chiaramente vedere il suo cervello inserito nel corpo robotico che presenta il suo stesso volto originale umano ma curiosamente alle mani meccaniche non viene dato aspetto umano rivelandone la natura. Il corpo stesso sembra spesso assai fragile e il volto prova dolore quando è danneggiato anche da semplici cadute o calcinacci. Oltre a costruire il Grande Mazinger ne ha anche cresciuto ed addestrato il pilota, Tetsuya Tsurugi, un orfano dal grande coraggio ma dal carattere molto impetuoso e ombroso. In un episodio è lui stesso a guidare il Grande Mazinger (unico caso nella trilogia in cui un robot cambia pilota a parte il film su Goldrake e Mazinga Z). Kenzo Kabuto cela per lungo tempo a Shiro la sua reale identità (non si capisce come, forse il ragazzo era troppo piccolo alla sua morte, ma in un episodio di Mazinga Z sente la mancanza della madre e crede di riconoscerla in un androide identico a lei mandato dal Dottor Hell) e riversa parte del suo affetto paterno su Tetsuya, fatto che avrà conseguenze drammatiche nel finale della serie. Come in Mazinga Z, il Grande Mazinger viene affiancato da un robot di sembianze femminili, ma di minore potenza: si chiama Venus Alfa e riprende ed evolve la tecnologia di Diana A: corazzato con la nuova superlega e armato: può lanciare potenti laser dagli occhi e scagliare i missili che porta sul petto e sulla dita. Dopo le prime puntate, viene potenziato ed è in grado di volare grazie all’aggancio alla “Stella del cielo”, modulo molto simile al ” Jet Scrander” di Mazinga Z. Venus è pilotata da Jun Hono, una bellissima ragazza mulatta, figlia di una giapponese e di un africano (o forse un afroamericano) che vive alla base, in un rapporto di amicizia/rivalità con Tetsuya, che più avanti evolve in un legame sentimentale. La pelle scura di Jun in un episodio della serie fa emergere il tema della discriminazione razziale nei confronti del diverso, per la prima e ultima volta nella trilogia Mazinga Z, Grande Mazinger e Goldrake. Ai due si aggiungono poi il Boss Robot, che dopo l’esperienza al fianco di Koji si sposta in un capannone a poche centinaia di metri dalla fortezza, e molto più avanti il Junior Robot, un automa costruito da Kenzo Kabuto per il figlio Shiro, ma assai raramente impiegato nei combattimenti viste le sue modeste possibilità (la sua apparizione ed il suo aspetto si devono ad un concorso della casa di produzione, che aveva invitato i giovani spettatori del cartone a disegnare un robot per Shiro). La personalità complessa di Tetsuya, minata dal complesso di inferiorità per essere un orfano e dall’esigere dagli altri la preparazione fisica maniacale a cui lo ha abituato il Dottor Kabuto, rende a volte difficile al pilota la collaborazione con gli altri robot, il cui aiuto in realtà spesso gli salva la vita: l’apporto di Boss Robot è spesso disprezzato anche se pure Jun arriva a difenderlo in uno dei primi episodi (ma in uno degli ultimi si rifiuta di aiutarlo a seguito di un diverbio), inoltre il ritorno di Koji verrà subito a creare una forte gelosia in Tetsuya. Sia Tetsuya che Jun si mettono ai comandi dei robot uscendo dalla base per passaggi segreti ed entrando nella loro testa con speciali navicelle (il Brain Condor e la Regina delle Stelle). Tetsuya dispone anche di una speciale motocicletta armata con pugni a razzo. I combattimenti vedono generalmente impegnati prima Venus e Boss che quasi mai riescono a fermare i mostri guerrieri di Mikenes (Boss Robot riesce a distruggere i mostri meccanici in un paio di occasioni), e quindi l’intervento risolutore del Grande Mazinger, il quale si trova a suo agio sulla terra come nei duelli aerei. I Mikenes dispongono di una base sottomarina (cui affiancheranno poi una base avanzata a forma di isola, fatta costruire dal Duca Gorgon) e si portano sull’area degli scontri con una gigantesca fortezza volante di oltre 600 metri di diametro, chiamata Mikeros. A dirigere gli attacchi sono uno o più dei sette Generali del regno, che rappresentano le sette classi dei mostri di Mikenes (Yuri Caesar per i mostri umani, Lord Rygan per gli altri mammiferi, Drayato per i rettili, Vardallah per gli uccelli, Scarabeth per gli insetti, Anghoras per pesci ed anfibi e Hardias per gli spiriti delle tenebre). Particolare di rilievo: i generali hanno le stesse dimensioni dei loro mostri! In posizione più defilata è il ministro Argos che si occupa di missioni di spionaggio. Nonostante riporti spesso danni rilevanti, il Grande Mazinger esce vincitore da ogni battaglia. In un episodio egli affronta anche il principe Kerubinus, l’ex sovrano dei Mikenes spodestato dal Generale Nero che dopo averlo tenuto prigioniero per molto tempo l’ha indotto a combattere contro il robot terrestre sotto la falsa promessa di restituirgli il potere: durante la lotta Kerubinus, che pure è rimasto ferito da Tetsuya, comprende che il suo vero nemico è l’Imperatore dopo essersi accorto che questi lo ha collegato ad un ordigno esplosivo, e finisce per lanciarsi in un’azione suicida contro la fortezza Mikeros, danneggiandola seriamente. In seguito Tetsuya avrà modo di infliggere gravi perdite ai nemici abbattendo prima Gorgon (il cui posto verrà preso dalla Marchesa Yanus, esperta di intrighi) e poi lo stesso Generale Nero, in un epico duello all’arma bianca, alla fine del quale Tetsuya riconosce il valore del nemico. L’Imperatore decide allora di risvegliare il Dottor Hell o Inferno, che viene nominato Grande Maresciallo del Demonio ed incaricato del comando delle operazioni al posto del predecessore. I suoi mostri, della cui progettazione – a differenza del Generale Nero – egli si occupa direttamente, si rivelano più potenti dei precedenti, e arrivano spesso ad un passo dalla vittoria finale ma a volte è proprio il carattere impetuoso del maresciallo a vanificare i suoi sforzi tanto che l’Imperatore in un episodio dà ordine di sostituirlo con Argos e in un altro lo stesso Imperatore si diverte a immaginarlo adirato per il successo dello stesso Argos. Le ultime puntate dell’anime sono di grande intensità. Usando la nuova base volante Demonica costruita dopo la distruzione di Mikeros, i nemici sferrano un durissimo attacco alla Fortezza delle Scienze, nel corso del quale lo stesso Kabuto resta ferito. In soccorso arriva il dottor Yumi, il direttore dell’Istituto di Ricerche Fotoatomiche dove ancora si trova Mazinga Z. Di fronte al precipitare degli eventi, Yumi gioca l’ultima carta, facendo tornare con un volo supersonico Koji Kabuto dagli Stati Uniti. Il ragazzo si rimette ai comandi di Mazinga Z, potenziato e corazzato in gran segreto con la stessa lega del Grande Mazinger, grazie all’aiuto di Kenzo Kabuto, ed il suo contributo è determinante per respingere i nemici. Pochi giorni dopo, l’intero stato maggiore di Mikenes scende in campo per lo scontro decisivo. Pur avendo perso tutti i mostri guerrieri, i Mikenes riescono nell’intento di dividere fra loro i due Mazinga, e sono sul punto di distruggere il robot di Tetsuya. Separatosi dagli altri, il dottor Kabuto solleva allora la sua fortezza e la scaglia in un attacco suicida contro Demonica, inchiodandola a terra e capovolgendo le sorti della battaglia. Malgrado lo sconcerto di Koji per il gesto del padre, i due robot reagiscono, distruggono uno dopo l’altro quattro dei generali di Mikenes che erano usciti anch’essi a combattere, cingono d’assedio la fortezza e la investono con i mortali Raggi gamma. Ad essi si aggiungono anche Venus e Diana A, pilotata da Sayaka Yumi, che ha nel frattempo raggiunto la base. La devastante esplosione di Demonica uccide i suoi occupanti (Scarabeth, Argos, il Maresciallo e la Marchesa Yanus) e segna la fine della lunga guerra, anche se la sorte del Grande Imperatore resta avvolta nel mistero (la sua figura verrà ripresa più avanti nel manga di Ufo Robot Goldrake, disegnato sempre da Ota). Resi gli ultimi onori al dr. Kabuto, il Grande Mazinger e Mazinga Z si ritirano dalla scena: nell’episodio cinematografico UFO Robot Goldrake contro il Grande Mazinga li vediamo collocati con le partner femminili Venus e Diana e Boss Robot nel Museo dei robot nei pressi di Tokyo, dove sono diventati simboli di pace. Nel manga il finale è reso più drammatico, col Grande Maresciallo del Demonio che riesce, tramite uno stratagemma, a far attaccare la Fortezza delle scienze dal governo giapponese avendo fatto passare Tetsuya, Koji, Jun, Kenzo, Shiro, Boss per criminali. Gli eroi tentano un’ultima disperata battaglia, ma quando Kenzo Kabuto si sacrifica, schiantandosi con una navicella sulla fortezza Mikeros (per proteggere Tetsuya che a causa della sua gelosia aveva rifiutato l’aiuto di Koji), Tetsuya, travolto dal senso di colpa, si schianta a sua volta pilotando il Grande Mazinga contro Mikeros. La storia finisce con Koji, Jun, Shiro e Boss che depongono fiori sul luogo dell’esplosione ricordando Tetsuya e Kenzo.